giovedì 4 febbraio 2010
UNIAMOCI IN UN SOLO GRIDO DI RIBELLIONE: BASTA!
Navi dei veleni: la battaglia per la verità di Gianni Lannes
Gianni Lannes si occupa da anni di navi dei veleni, ma oggi che la questione è tornata almeno in parte di attualità e lui sta combattendo come mai prima per portarla alla luce e alla conoscenza della gente, spuntano le minacce della mafia, l'ostruzionismo delle testate tradizionali e i silenzi assordanti dei nostri governanti.
di Andrea Boretti
"I container venivano trasportati a Genova e poi a La Spezia in attesa di navi da affondare"A chi pensava che il giornalismo fosse morto e defunto e a chi credeva che ogni coscienza civile fosse ormai sopita, la conferenza che il mese scorso Gianni Lannes, giornalista de La Stampa e Direttore di Italia Terra Nostra, ha tenuto a Palermo, ha dato speranza.
Più sconfortante, invece, l'argomento della conferenza, ovvero lo smantellamento delle centrali nucleari italiane affidato alla 'ndrangheta. Dice Lannes: “lo Stato italiano, il governo Berlusconi, ha affidato lo smantellamento delle centrali nucleari alla ‘ndrangheta, ad una delle più potenti e pericolose ‘ndrine, tramite una società che si chiama Ecoge e ha sede a Genova” .
Lannes afferma di aver scoperto tutto questo quasi per caso, entrando - assolutamente non controllato e senza autorizzazioni - con tre macchine fotografiche nella centrale nucleare più grande d'Italia, quella di Caorso. "Sono stato li dentro due ore a fotografare il reattore nucleare e questo smantellamento. Ho fotografato dei camion della 'ndrangheta della società Ecoge che caricavano i rifiuti nucleari all'interno dei container. Container trasportati a Genova...e poi a La Spezia in attesa di navi da affondare!"
Lannes scoprì tutto questo quasi per caso, entrando con tre macchine fotografiche nella centrale nucleare più grande d'Italia, quella di CaorsoScoperto tutto ciò Lannes ha ovviamente proposto l'inchiesta al suo giornale, La Stampa, ma questi gli ha impedito di scriverne. A questo punto il giornalista si è rivolto a tutte le maggiori testate italiane. "Mi hanno sbattuto la porta in faccia! Tutti! Dalla 'Repubblica' dove ho lavorato per anni, al 'Corriere della Sera', a 'L'Espresso' e ad altri". E' una vergogna.
Sì è una vergogna, ma la vergogna ancora più grande sta in quello che Lannes continua a ripetere, purtroppo inascoltato. Le navi dei veleni, le navi cariche di rifiuti radioattivi sono stati per anni, almeno dal 1974 affondate nei mari italiani. Non bisogna andare indietro solo di 10-15 anni, non bisogna cercare solo in Somalia e Nord-Africa, ma bisogna cercare più vicino a casa nostra, e sapere che il disastro ecologico è cominciato molti, molti anni fa e che le responsabilità sono di molti gruppi europei tra cui gli italiani Montedison, Eni ed Enel.
"Lì sotto ci sono navi imbottite di rifiuti radioattivi e rifiuti chimici""Lì sotto ci sono navi imbottite di rifiuti radioattivi e rifiuti chimici... le hanno affondate in quella zona per confondere le idee perchè sapevano che durante la prima e la seconda guerra mondiale vi sono stati affondate navi militari... a venti miglia dalla costa calabra, nel basso tirreno ci sono centinaia di navi".
A seguito dei suoi tentativi falliti di pubblicazione Gianni Lannes ha fondato una testata indipendente che si chiama "Italia Terra Nostra da cui rilancia continuamente la questione, e che gli è valsa negli ultimi mesi diverse intimidazioni e minacce a sè e ai propri collaboratori.
A queste minacce fatte ad un collega, le testate di informazione tradizionali non hanno dato la minima visibilità e le istituzioni non hanno risposto. L'8 Luglio scorso Leoluca Orlando dell'Italia dei Valori ha interrogato in merito il Parlamento e il governo affinchè una scorta venisse affidata al direttore di Italia Terra Nostra, ma nulla da allora si è mosso.
A seguito dei suoi tentativi falliti di pubblicazione Gianni Lannes ha fondato una testata indipendente che si chiama "Italia Terra Nostra"La situazione appare chiara, politica e malavita appaiono sempre più interconnessi - ed è una storia di lungo corso come abbiamo capito - ma i processi dell'Utri, Mori, ed altri cominciano a scoperchiare un vaso di Pandora in cui le navi dei veleni rappresentano una vera e propria pistola fumante. Il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica, per quanto fallimentare, avvenne con in sottofondo il tam tam dei giornali, cosa che oggi si cerca di evitare a tutti i costi con il silenzio stampa sulle questioni di mafia e politica e con le minacce ai giornalisti.
La situazione sembra senza via d'uscita. La speranza la danno giornalisti come Gianni Lannes, la cui passione e il cui coraggio non possono passare inosservati tanto sono veri e forti. La via, la strada da seguire è segnata e la indica sempre Lannes: "Dobbiamo ribellarci a tutto questo, è ora di dire basta. Io lo faccio per i bambini, perchè gli adulti sanno, i governi sanno...è ora di dire basta e di fare qualcosa di concreto!"
giovedì 28 gennaio 2010
Invito
Associazione Regionale del Lazio per la lotta contro le illegalità e le mafie
“Antonino Caponnetto”
Le allarmanti notizie provenienti dalla centrale a carbone, la richiesta di rinvio a giudizio per corruzione dell’ex sindaco di Civitavecchia, le preoccupanti denunce che giungono dal mondo imprenditoriale, le continue contestazioni di irregolarità degli iter amministrativi e la mancanza di trasparenza che caratterizza questi ultimi, le sempre più frequenti denunce di quanti istituzionalmente deputati circa una sempre più pressante infiltrazione della criminalità organizzata nell’Alto Lazio e il silenzio, che sfiora l’omertà, che circonda tutto ciò, sono vicende che necessitano di un’approfondita riflessione per comprendere quali dinamiche si siano messe in moto sul territorio.
Dinamiche che, anche alla luce degli ingenti investimenti di cui sembra dover essere oggetto l’intero comprensorio, rischiano di compromettere gravemente ed ulteriormente il già provato sistema ambientale ed il tessuto socio-economico locale.
Un momento di confronto collettivo con quanti agiscono e vivono sul territorio e con due dei massimi esperti del settore, ovvero il procuratore di Tivoli, ex procuratore aggiunto antimafia Luigi De Fichy e l’ex magistrato, attualmente europarlamentare, Luigi De Magistris, ci è sembrato, quindi, un atto importante in un percorso di analisi che è ormai ineludibile su questo territorio e al quale chiamiamo quanti sentano il bisogno di dare un contributo al rafforzamento della cultura della legalità
Momento di confronto che si terrà sabato 30 gennaio alle ore 16.30 presso l’aula Pucci del comune di Civitavecchia e che sarà moderato dal giornalista Marco Galice.
asscaponettocv@gmail.com
www.comitato-antimafia-lt.org
__._,_.___
.
mercoledì 20 gennaio 2010
EX SINDACO DI CIVITAVECCHIA RINVIATO A GIUDIZIO
Apprendiamo dalla stampa che sull’ex sindaco di Civitavecchia, Alessio De Sio, c'è una richiesta di rinvio a giudizio per corruzione relativamente al parere favorevole reso in favore della riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord; richiesta scaturita dalle indagini avviate a seguito della denuncia (il cui testo è visibile sul sito web www.nocoketarquinia.splinder.com) del nostro movimento nei confronti di Pierluigi Bersani, allora Ministro delle Attività Produttive.
Un fatto grave, che, se appurato, dimostrerebbe come salute e ambiente, nel nostro territorio, non siano stati affatto tutelati, come d’altronde denunciamo da anni, e come, stando a quanto riportato dalla stampa, il parere favorevole alla riconversione sia stato espresso piuttosto che in base ai doveri di correttezza e imparzialità imposti dalla gestione della cosa pubblica, che avrebbero presupposto una scelta ponderata e adeguate verifiche tecnico ambientali, in base a specifici interessi personali.
E d’altronde quanto si legge in relazione all’archiviazione delle accuse nei confronti dei cinque tecnici istruttori della commissione per la Valutazione d’impatto ambientale (Via), inizialmente indagati per falso e abuso d'ufficio, ovvero che “benché riscontrate una serie di lacune, è difficilmente sostenibile l'ipotesi di una volontà dei tecnici a procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale all'Enel ” conferma la giustezza delle nostre denunce.
Come sancito a suo tempo dalla perizia effettuata dal tribunale di Civitavecchia “Gli elementi disponibili per la valutazione dell’impatto del progetto sulla qualità dell’aria e della salute della popolazione non sono sufficienti per un giudizio di non nocività date le carenze riscontrate nella procedura d’impatto ambientale”.
Confidiamo nel valore della legalità e della giustizia e siamo convinti che, nonostante i potenti mezzi di ENEL, alla fine la verità verrà a galla, cosi come accaduto per l’autorizzazione integrata ambientale (AIA) che abbiamo dimostrato necessitare di rinnovo, come è stato per l’Emas che abbiamo dimostrato non essere inerente alla centrale a carbone, e come, ne siamo convinti, sarà per le altre denunce da noi effettuate.
Se l’ex sindaco avrà di che difendersi lo faccia, come è giusto che sia, ma eviti parole accusatorie che hanno il sapore dell’intimidazione, come quelle a suo tempo lanciate contro la cittadina di Tarquinia che si ritrovò con un processo a carico, per aver detto una parola al posto di un'altra. Collaborare con la giustizia è dovere civico di ogni cittadino e De Sio, che ha assolto ed assolve a compiti istituzionali, dovrebbe averne la consapevolezza ed esserne il primo sostenitore.
La nostra comunità conosce bene il danno ambientale e alla salute arrecati dall’uso dissennato di combustibili inquinanti in un territorio, provato da decenni di servitù energetiche, non vi è famiglia che non abbia, purtroppo, il suo pegno da pagare a malattie gravi e disturbi cronici; questo è l’unico motivo di tanta resistenza, questo il motivo per cui non ci saranno intimidazioni che potranno fermarci.
I De Sio passano, ma la nostra terra rimane e vorremmo cercare di consegnarla ai nostri figli il meno avvelenata possibile.
www.noalcarbone.blogspot.com www.nocoketarquinia.splinder.com
nocoketarquinia@yahoo.it
Movimento No Coke Alto Lazio
Un fatto grave, che, se appurato, dimostrerebbe come salute e ambiente, nel nostro territorio, non siano stati affatto tutelati, come d’altronde denunciamo da anni, e come, stando a quanto riportato dalla stampa, il parere favorevole alla riconversione sia stato espresso piuttosto che in base ai doveri di correttezza e imparzialità imposti dalla gestione della cosa pubblica, che avrebbero presupposto una scelta ponderata e adeguate verifiche tecnico ambientali, in base a specifici interessi personali.
E d’altronde quanto si legge in relazione all’archiviazione delle accuse nei confronti dei cinque tecnici istruttori della commissione per la Valutazione d’impatto ambientale (Via), inizialmente indagati per falso e abuso d'ufficio, ovvero che “benché riscontrate una serie di lacune, è difficilmente sostenibile l'ipotesi di una volontà dei tecnici a procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale all'Enel ” conferma la giustezza delle nostre denunce.
Come sancito a suo tempo dalla perizia effettuata dal tribunale di Civitavecchia “Gli elementi disponibili per la valutazione dell’impatto del progetto sulla qualità dell’aria e della salute della popolazione non sono sufficienti per un giudizio di non nocività date le carenze riscontrate nella procedura d’impatto ambientale”.
Confidiamo nel valore della legalità e della giustizia e siamo convinti che, nonostante i potenti mezzi di ENEL, alla fine la verità verrà a galla, cosi come accaduto per l’autorizzazione integrata ambientale (AIA) che abbiamo dimostrato necessitare di rinnovo, come è stato per l’Emas che abbiamo dimostrato non essere inerente alla centrale a carbone, e come, ne siamo convinti, sarà per le altre denunce da noi effettuate.
Se l’ex sindaco avrà di che difendersi lo faccia, come è giusto che sia, ma eviti parole accusatorie che hanno il sapore dell’intimidazione, come quelle a suo tempo lanciate contro la cittadina di Tarquinia che si ritrovò con un processo a carico, per aver detto una parola al posto di un'altra. Collaborare con la giustizia è dovere civico di ogni cittadino e De Sio, che ha assolto ed assolve a compiti istituzionali, dovrebbe averne la consapevolezza ed esserne il primo sostenitore.
La nostra comunità conosce bene il danno ambientale e alla salute arrecati dall’uso dissennato di combustibili inquinanti in un territorio, provato da decenni di servitù energetiche, non vi è famiglia che non abbia, purtroppo, il suo pegno da pagare a malattie gravi e disturbi cronici; questo è l’unico motivo di tanta resistenza, questo il motivo per cui non ci saranno intimidazioni che potranno fermarci.
I De Sio passano, ma la nostra terra rimane e vorremmo cercare di consegnarla ai nostri figli il meno avvelenata possibile.
www.noalcarbone.blogspot.com www.nocoketarquinia.splinder.com
nocoketarquinia@yahoo.it
Movimento No Coke Alto Lazio
sabato 26 dicembre 2009
Condividiamo le nostre ragioni a difesa delle nostre terre: facciamo il punto
Documento al Consiglio Provinciale di Viterbo
seduta del 14 dicembre 2009,
presentato
dal Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia e dal Comitato degli Amici della Maremma
La Maremma Tosco-Laziale è un’area di enorme importanza storica, culturale, archeologica che, grazie anche alle sue tradizioni, ha sviluppato una naturale vocazione turistica in un comprensorio agricolo che contribuisce notevolmente al fabbisogno alimentare nazionale. Il suo paesaggio, il suo ambiente, i suoi siti UNESCO attraggono turisti da tutto il mondo. Le pianure e le colline ospitano coltivazioni di grande qualità cerealicola, vinicola e ortofrutticola.
Una serie d'interventi esterni rischiano di sconvolgere violentemente il sistema socio economico di questa terra che, per le sue tradizioni e la sua storia, è appetita dal turismo internazionale perché offre un ambiente sano ed a misura d’uomo, un paesaggio naturale ed un circuito enogastronomico, fiore all’occhiello dell’enogastronomia nazionale; beni ormai rarefatti altrove e qui in pericolo.
Gli avvenimenti economici mondiali dimostrano che il modello di sviluppo socio - economico che divora il territorio e inquina, non ha più un domani ma può compromettere il nostro domani; I segnali che indicano una rotta per il futuro arrivano da Copenaghen: è la prima volta che si parla in una platea così ampia di valenza economica dell’ambiente come fonte di ricchezza.
Non lo è più invece la stesura di una colata di asfalto larga 25,50 metri, con terrapieni di altezze che variano da 2 a 8 metri; non può più essere considerato progresso la trasformazione distruttiva del territorio con danni locali e globali; la certezza del danno globale si unisce alla consapevolezza che se crescono i costi ambientali l'economia dei territori va sempre in perdita.
Vale l’esempio dell’Autostrada Tirrenica per la quale si è tracciato un percorso che, oltre a stravolgere la pianura che attraversa, è già vecchio come concezione. Ciò che Copenaghen sta segnando ne è la dimostrazione: il futuro è verso il risparmio energetico e la minore emissione in atmosfera di gas serra e inquinanti chimici e questo, dal punto di vista della mobilità, si attua con una razionalizzazione degli spostamenti attraverso l’uso della ferrovia e delle autostrade del mare, che consentono un' intermodalità che il trasporto su gomma non riesce più a garantire proprio per i suoi costi ambientali insostenibili.
Così quella che avrebbe dovuto essere un’opera di collegamento diviene un’opera di divisione e separazione dei territori che attraversa e di isolamento per le zone adiacenti. Stravolge i fertili terreni della Maremma tosco-laziale, distrugge le aziende agricole, crea disoccupazione nel settore primario che invece ha bisogno di riaffermare la centralità della produzione agricola in nome di una nuova fisiocrazia; l'autostrada aumenterà il carico in una zona che non ne può più: carbone, olio combustibile, cementifici, discariche, zone industriali, inceneritori di rifiuti in agguato, nucleare, laddove invece si dovrebbe curare amorevolmente l'agricoltura, vera ricchezza di questo territorio.
Di contro, se fosse messa in sicurezza l’attuale Aurelia, più volte finanziata ma sempre ostacolata, probabilmente da chi pratica antichi vizi di speculazione sui beni comuni, ci sarebbero costi e tempi minori e la immediata disponibilità dei vantaggi collettivi per la nazione.
Nello specifico del progetto approvato dal CIPE con il titolo: Legge 21 dicembre 2001 n. 443 “Legge Obiettivo”. “Autostrada A12 Livorno – Civitavecchia. Tratta Cecina (Rosignano Marittimo) – Civitavecchia” - Variante di tracciato proposta dalla Regione Lazio e recepita dal CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) e sottoposto a VIA per la tratta che interessa la Provincia di Viterbo valgono gli argomenti di seguito illustrati:
Premesso
1. che la Giunta Regionale del Lazio con delibera n. 843 del 18.11.2008 ha espresso, per il tratto che ricade nel territorio laziale, ai sensi del comma 5 art. 165 del D.Lgs. n.163/2006, il proprio consenso, “ai fini dell’intesa sulla localizzazione” del progetto preliminare “Autostrada A12 Livorno – Civitavecchia. Tratta Cecina (Rosignano Marittimo) – Civitavecchia”, trasmesso dall’ANAS S.p.A., richiedendo che nel prosieguo della progettazione e nella successiva realizzazione dell’opera fosse rispettato il proprio tracciato;
2. che in merito alla competenza della Regione Lazio per il “consenso ai fini dell’intesa sulla localizzazione”, “sentiti i Comuni” territorialmente interessati, come previsto dall’articolo 165 comma 5 del D.Lgs. n.163/2006, è stato richiesto con nota dell’ufficio rapporti istituzionali del Vice Presidente della Giunta regionale protocollo n. 253 del 25.9.2008 ai Comuni di Tarquinia e Montalto di Castro di esprimersi sul tracciato proposto dalla Regione Lazio;
3. che il Comune di Tarquinia con deliberazione del Consiglio Comunale n. 95 del 21.10.2008 ha espresso parere favorevole con prescrizioni e osservazioni alla proposta progettuale trasmessa dalla Regione Lazio;
4. che il Comune di Montalto di Castro, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 71 del 21.10.2008 ha espresso parere favorevole con prescrizioni e osservazioni alla proposta progettuale trasmessa dalla Regione Lazio;
5. che il CIPE, in data 18.12.2008, ai sensi dell'art. 165 del D.lgs. 163/2006, ha approvato, con le prescrizioni e le raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il progetto preliminare «Autostrada A12 Livorno-Civitavecchia. Tratta Cecina (Rosignano Marittima) – Civitavecchia» e che la predetta approvazione, ai sensi e per gli effetti degli articoli 165 e 185 del D.Lgs. 163/2006 e dell'art. 10 del D.P.R. 327/2001 e s.m.i, ha comportato l'attestazione di compatibilità ambientale, la localizzazione dell'opera e l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio per le aree interessate, ad eccezione di alcune sezioni di strada, in territorio della Regione Toscana;
6. che il CIPE con il medesimo provvedimento del 18.12.2008, ai sensi dell'art. 167, commi 6 e 7, del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i., ha disposto la variante di tracciato prescritta dalla Regione Lazio nella delibera di giunta del 18 novembre 2008, n. 843, secondo gli elaborati cartografici allegati alla medesima delibera. che sono stati trasmessi dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti al soggetto aggiudicatore, con la nota n. 23094 del 2 dicembre 2008, disponendo altresì il rinnovo della procedura di VIA per il tratto laziale in variante, secondo quanto previsto dall'art. 167 del D.Lgs. 163/2006.
Considerato
7. che la variante proposta dalla Regione Lazio e recepita dal CIPE in data 18.12.2008, colloca il tracciato autostradale all'interno dell'abitato di Tarquinia capoluogo;
8. che il documento “Valutazione dell'adeguamento in sede della S.S.1 “Aurelia” ad autostrada di tipo “A” da Civitavecchia Nord fino al confine laziale – Appunti” acquisito al protocollo del Comune di Tarquinia il 09.10.2008 n. 31387 e allegato alla deliberazione di Consiglio Comunale n. 95 del 21-10-2008, prevede un flusso bidirezionale indotto entro il 2030 di oltre 42.000 veicoli al giorno a fronte dei circa 17.000 attuali;
9. che lo studio predisposto dall'Università degli Studi di Brescia, dal titolo “Emissioni dei veicoli in autostrada e simulazione dell’impatto sulla qualità dell’aria nell’area metropolitana bresciana” (Allegato 2) affronta un caso analogo a quello determinato dalla A12 nei confronti dell'abitato di Tarquinia; in particolare dello studio risultano pertinenti i modelli di diffusione degli inquinanti e l'analisi delle quantità emesse al variare della velocità massima da 90 a 130 km/h; le conclusioni dello studio bresciano indicano che:
“Per gli ossidi di azoto la velocità massima di 100 km/h può essere assunta come soglia critica. Al di là di tale valore, infatti, si osserva una crescita dei valori dei fattori di emissione di tutte le tipologie di veicoli esaminati; particolarmente variegato è il comportamento dei mezzi commerciali: per quelli leggeri è stata identificata una curva di crescita di tipo quadratico, mentre per quelli pesanti la curva interpolante è di tipo cubico.
I fattori di emissione delle polveri sottili direttamente emesse dipendono, per tutte le categorie di veicoli, dalla velocità massima di percorrenza attraverso una funzione di tipo quadratica: si osserva dunque un aumento sempre maggiore al crescere della velocità di percorrenza. Il fattore di emissione per polveri che tiene conto anche del risollevamento calcolato con la formula di Lohmeyer, pur risultando indipendente dalla velocità dei veicoli, risulta maggiore rispetto a quello calcolato senza risospensione.
Per quanto riguarda i fattori di emissioni del monossido di carbonio, l’analisi ha evidenziato due diversi comportanti: per autoveicoli, mezzi commerciali leggeri e motocicli si registra un aumento dei fattori di emissione al crescere della velocità; al contrario per i mezzi pesanti, con l’aumento della velocità si ha una diminuzione dei ratei di emissione. Inoltre si osserva che per questo inquinante il contributo maggiormente critico è quello dei motocicli.”
10. che a seguito dell'incremento del numero di veicoli in transito da 17.000 a 42.000 e della velocità massima di percorrenza da 90 a 130 kmh, il carico inquinante aumenta mediamente di oltre il 90%, rispetto alla situazione attuale; non fanno testo le code estive, determinate dall'effetto collo di bottiglia in corrispondenza dei tratti ancora a 2 corsie, colpevolmente mantenuti tali;
11. che il comprensorio formato dai comuni di Montalto di Castro e Tarquinia è gravato da numerose fonti d'emissione di sostanze tossiche e/o insalubri che producono impatti sull'aria ad effetto immediato per la salute umana, e determinano accumulo d'inquinanti nei corpi idrici, di superficie e sotterranei, e nei terreni agricoli, boschivi o destinati alla pastorizia, con conseguenze dannose per l'economia agro-turistica a cui è vocata l'intera provincia e che ha nella zona costiera uno dei capisaldi;
12. che è in corso di completamento la riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia-Torrevaldaliga Nord, contrastata con forza da questo Consiglio che anche di recente ha dimostrato fattiva solidarietà alle popolazioni che vi si oppongono, deliberando unanime di sostenere le osservazioni presentate dai cittadini all'istanza di rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi del D.lgs.59/05; la Provincia di Viterbo, inoltre, da sempre contesta l'inadeguatezza della Valutazione d'Impatto Ambientale rilasciata il 04.11.2003, per conoscere il reale impatto della centrale a carbone, fondando il proprio convincimento anche sulle conclusioni del collegio peritale del Tribunale Ordinario di Civitavecchia che nel 2004 ritenne la VIA “lacunosa, anomala e omissiva”; tra le molte denunce dei cittadini contro l'impianto a carbone si sottolinea, perché rilevante ai fini del presente documento, il mancato funzionamento dell'Osservatorio Ambientale previsto dalla VIA, che in cinque anni non ha prodotto elemento conoscitivo alcuno, venendo meno al compito istituzionale di fornire alle popolazioni dati ed informazioni ambientali utili e trasparenti secondo il dettato delle norme comunitarie, anche per valutare in itinere la sostenibilità dell'impianto;
13. che il territorio laziale attraversato dalla A12 è interessato da un fenomeno di forte industrializzazione, incoerente con la vocazione agro-turistica del comprensorio; l'elenco che segue, degli impianti più inquinanti in esercizio, in costruzione o in fase di approvazione dimostra la crescente pressione ambientale a carico dei comuni costieri dell'Alto Lazio viterbese:
Centrale termoelettrica di Montalto di Castro – 3.540 Mwe [2.640 ad olio combustibile denso (OCD) e 800 a metano]; in esercizio
Centrale termoelettrica di Civitavecchia-Torrevaldaliga Sud – 1.460 Mwe [1140 a metano e 320 misti a metano e OCD]; in esercizio
Centrale termoelettrica di Civitavecchia-Torrevaldaliga Nord – 1980 Mwe a carbone; in parziale esercizio
Centrale a biomasse di Tuscania;
Cementificio di Montalto di Castro; in esercizio
Cementificio di Canino; in esercizio
Cementificio di Tarquinia; in fase di approvazione
Impianto di recupero di materia da rifiuti speciali non pericolosi da riutilizzarsi nella produzione di cemento a Canino; in fase di approvazione – VIA
Deposito a cielo aperto di pet-coke a Tarquinia (ampliamento da 40.000 a 100.000 tonnellate); in fase di approvazione – VIA
Zona industriale di Tarquinia; estensione 430 ettari; in via di attuazione
Porto di Civitavecchia; in attività
14. che a riprova dell'incompatibilità tra lo sviluppo industriale dimostrato dall'elenco al punto 13. e la vocazione agro-turistica della Tuscia costiera vi è un'esplicita indicazione contenuta nel S.I.A. della centrale a carbone di Civitavecchia-Torrevaldaliga Nord, di finalizzare la produzione agricola a utilizzazioni non alimentari;
15. che il parere positivo alla variante di tracciato dell'autostrada, votato il 21.10.2008 dai Consigli Comunali di Tarquinia e Montalto di Castro, e il consenso all'autostrada deliberato dalla Regione Lazio ai sensi del comma 5 art. 165 del D.Lgs. 163/2006, non trattano la questione dell'inquinamento cumulativo prodotto dalla molteplicità di fonti di cui al punto 13.;
16. che il Consiglio Comunale di Tarquinia, con l'allegato “A” alla delibera n. 31 del 10.04.2008, d'approvazione del Piano Quadro di Indirizzo e Coordinamento della Zona D1 (Zona Industriale), ha affermato unanime la necessità della Valutazione Ambientale Strategica per l'attuazione del programma di sviluppo industriale di tale zona, escludendo contestualmente la possibilità di realizzare impianti inquinanti e/o insalubri e citando tra questi i cementifici;
17. che il proposito del Consiglio Comunale di Tarquinia, di assoggettare lo sviluppo della zona industriale a VAS non ha avuto seguito, restando altresì ignorata l'unanime volontà consigliare di escludere la realizzazione di impianti inquinanti e/o insalubri dalla citata zona industriale; ne è riprova il tentativo di far approvare dal Consiglio Comunale il cementificio di Pian de' Cipressi, nonostante la chiara prescrizione contraria decisa con la delibera 31/2008;
18. che la Valutazione d'Impatto Ambientale della tratta laziale della A12, come è prassi, si limiterà a stimare l'apporto specifico di inquinanti emessi dai veicoli in transito, trascurando gli effetti incrementati totali, che solo la Valutazione Ambientale Strategica consente di conoscere per poterli successivamente raffrontare con le soglie ammesse dalla normativa vigente;
19. che la Valutazione Ambientale Strategica è uno strumento a disposizione delle comunità locali per affermare il diritto alla salute tutelato dall'art.32 della Costituzione e per conoscere i reali impatti delle scelte industriali; il diritto alla VAS è una rivendicazione che i cittadini faranno in tutte le sedi, anche a seguito delle ripetute affermazioni pronunciate dall'attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che la messa in sicurezza dell'Aurelia, con l'adeguamento a quattro corsie dei tratti a due avrebbe determinato l'inutilità dell'autostrada;
20. che le popolazioni della costa viterbese rivendicano da molto tempo, come strumento coerente con la Valutazione Ambientale Strategica, l'istituzione del registro dei tumori, capace di rappresentare gli effetti cumulati delle emissioni inquinanti;
21. che in merito alla decisione assunta dal CIPE nella seduta del 18 dicembre 2008, di approvare il progetto preliminare dell’Autostrada A12, per la tratta da realizzare “Cecina (Rosignano Marittima)-Civitavecchia”, incluso il connesso Piano Economico e Finanziario basato su: incremento dei flussi veicolari (da 17.000 a 42.000 ) e proroga della durata della concessione della Società Autostrada Tirrenica S.p.A. (SAT), dall’anno 2028 all’anno 2046 è stata presentata un'interrogazione al Parlamento Europeo in quanto la proroga è in contrasto con la Direttiva Europea 2004/18/CE, relativa al “coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di fornitura e di servizi” alla quale ha risposto il Presidente della Commissione Mc Creevy comunicando di aver deciso “di approfondire l'esame del progetto perché esistono fondati motivi per provare la violazione delle norme in questione”.
22. che l’autostrada del Mar Mediterraneo Occidentale, così come viene definita dalla Commissione Europea nel documento COM(2003) 155 final del 7 aprile 2003, comprende il porto intermodale di Civitavecchia già in grado di movimentare merci provenienti da medie e lunghe percorrenze, superando le barriere naturali delle Alpi e dei Pirenei (vedasi lo stesso documento);
Tutto ciò premesso e considerato chiedono
di votare favorevolmente il presente documento per ribadire con forza i principi dell'articolo 32 della Costituzione Italiana che tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività;
di dare continuità alle azioni di sostegno che questo Consiglio ha espresso con le deliberazioni a sostegno delle azioni delle popolazioni dell'Alto Lazio a tutela della salute e dell'economia agricola e turistica del territorio interessato;
di dare un senso concreto all'attuazione del diritto alla salute della popolazione dell'Alto Lazio, di Tarquinia in primo luogo perché il tracciato autostradale ricade nel suo abitato, invocando la procedura VAS per le decisioni riguardanti il tracciato autostradale nel contesto di pesante industrializzazione a carico del territorio;
di promuovere l'istituzione del Registro Tumori da parte della competente autorità al fine di raccogliere dati epidemiologici in funzione del giudizio di sostenibilità;
di mettere in atto tutte le azioni che il Consiglio Provinciale può intraprendere e disporre per impedire che la produzione agricola della Tuscia costiera debba diventare “non per uso alimentare”
Comitato Amici della Maremma Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia
seduta del 14 dicembre 2009,
presentato
dal Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia e dal Comitato degli Amici della Maremma
La Maremma Tosco-Laziale è un’area di enorme importanza storica, culturale, archeologica che, grazie anche alle sue tradizioni, ha sviluppato una naturale vocazione turistica in un comprensorio agricolo che contribuisce notevolmente al fabbisogno alimentare nazionale. Il suo paesaggio, il suo ambiente, i suoi siti UNESCO attraggono turisti da tutto il mondo. Le pianure e le colline ospitano coltivazioni di grande qualità cerealicola, vinicola e ortofrutticola.
Una serie d'interventi esterni rischiano di sconvolgere violentemente il sistema socio economico di questa terra che, per le sue tradizioni e la sua storia, è appetita dal turismo internazionale perché offre un ambiente sano ed a misura d’uomo, un paesaggio naturale ed un circuito enogastronomico, fiore all’occhiello dell’enogastronomia nazionale; beni ormai rarefatti altrove e qui in pericolo.
Gli avvenimenti economici mondiali dimostrano che il modello di sviluppo socio - economico che divora il territorio e inquina, non ha più un domani ma può compromettere il nostro domani; I segnali che indicano una rotta per il futuro arrivano da Copenaghen: è la prima volta che si parla in una platea così ampia di valenza economica dell’ambiente come fonte di ricchezza.
Non lo è più invece la stesura di una colata di asfalto larga 25,50 metri, con terrapieni di altezze che variano da 2 a 8 metri; non può più essere considerato progresso la trasformazione distruttiva del territorio con danni locali e globali; la certezza del danno globale si unisce alla consapevolezza che se crescono i costi ambientali l'economia dei territori va sempre in perdita.
Vale l’esempio dell’Autostrada Tirrenica per la quale si è tracciato un percorso che, oltre a stravolgere la pianura che attraversa, è già vecchio come concezione. Ciò che Copenaghen sta segnando ne è la dimostrazione: il futuro è verso il risparmio energetico e la minore emissione in atmosfera di gas serra e inquinanti chimici e questo, dal punto di vista della mobilità, si attua con una razionalizzazione degli spostamenti attraverso l’uso della ferrovia e delle autostrade del mare, che consentono un' intermodalità che il trasporto su gomma non riesce più a garantire proprio per i suoi costi ambientali insostenibili.
Così quella che avrebbe dovuto essere un’opera di collegamento diviene un’opera di divisione e separazione dei territori che attraversa e di isolamento per le zone adiacenti. Stravolge i fertili terreni della Maremma tosco-laziale, distrugge le aziende agricole, crea disoccupazione nel settore primario che invece ha bisogno di riaffermare la centralità della produzione agricola in nome di una nuova fisiocrazia; l'autostrada aumenterà il carico in una zona che non ne può più: carbone, olio combustibile, cementifici, discariche, zone industriali, inceneritori di rifiuti in agguato, nucleare, laddove invece si dovrebbe curare amorevolmente l'agricoltura, vera ricchezza di questo territorio.
Di contro, se fosse messa in sicurezza l’attuale Aurelia, più volte finanziata ma sempre ostacolata, probabilmente da chi pratica antichi vizi di speculazione sui beni comuni, ci sarebbero costi e tempi minori e la immediata disponibilità dei vantaggi collettivi per la nazione.
Nello specifico del progetto approvato dal CIPE con il titolo: Legge 21 dicembre 2001 n. 443 “Legge Obiettivo”. “Autostrada A12 Livorno – Civitavecchia. Tratta Cecina (Rosignano Marittimo) – Civitavecchia” - Variante di tracciato proposta dalla Regione Lazio e recepita dal CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) e sottoposto a VIA per la tratta che interessa la Provincia di Viterbo valgono gli argomenti di seguito illustrati:
Premesso
1. che la Giunta Regionale del Lazio con delibera n. 843 del 18.11.2008 ha espresso, per il tratto che ricade nel territorio laziale, ai sensi del comma 5 art. 165 del D.Lgs. n.163/2006, il proprio consenso, “ai fini dell’intesa sulla localizzazione” del progetto preliminare “Autostrada A12 Livorno – Civitavecchia. Tratta Cecina (Rosignano Marittimo) – Civitavecchia”, trasmesso dall’ANAS S.p.A., richiedendo che nel prosieguo della progettazione e nella successiva realizzazione dell’opera fosse rispettato il proprio tracciato;
2. che in merito alla competenza della Regione Lazio per il “consenso ai fini dell’intesa sulla localizzazione”, “sentiti i Comuni” territorialmente interessati, come previsto dall’articolo 165 comma 5 del D.Lgs. n.163/2006, è stato richiesto con nota dell’ufficio rapporti istituzionali del Vice Presidente della Giunta regionale protocollo n. 253 del 25.9.2008 ai Comuni di Tarquinia e Montalto di Castro di esprimersi sul tracciato proposto dalla Regione Lazio;
3. che il Comune di Tarquinia con deliberazione del Consiglio Comunale n. 95 del 21.10.2008 ha espresso parere favorevole con prescrizioni e osservazioni alla proposta progettuale trasmessa dalla Regione Lazio;
4. che il Comune di Montalto di Castro, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 71 del 21.10.2008 ha espresso parere favorevole con prescrizioni e osservazioni alla proposta progettuale trasmessa dalla Regione Lazio;
5. che il CIPE, in data 18.12.2008, ai sensi dell'art. 165 del D.lgs. 163/2006, ha approvato, con le prescrizioni e le raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il progetto preliminare «Autostrada A12 Livorno-Civitavecchia. Tratta Cecina (Rosignano Marittima) – Civitavecchia» e che la predetta approvazione, ai sensi e per gli effetti degli articoli 165 e 185 del D.Lgs. 163/2006 e dell'art. 10 del D.P.R. 327/2001 e s.m.i, ha comportato l'attestazione di compatibilità ambientale, la localizzazione dell'opera e l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio per le aree interessate, ad eccezione di alcune sezioni di strada, in territorio della Regione Toscana;
6. che il CIPE con il medesimo provvedimento del 18.12.2008, ai sensi dell'art. 167, commi 6 e 7, del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i., ha disposto la variante di tracciato prescritta dalla Regione Lazio nella delibera di giunta del 18 novembre 2008, n. 843, secondo gli elaborati cartografici allegati alla medesima delibera. che sono stati trasmessi dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti al soggetto aggiudicatore, con la nota n. 23094 del 2 dicembre 2008, disponendo altresì il rinnovo della procedura di VIA per il tratto laziale in variante, secondo quanto previsto dall'art. 167 del D.Lgs. 163/2006.
Considerato
7. che la variante proposta dalla Regione Lazio e recepita dal CIPE in data 18.12.2008, colloca il tracciato autostradale all'interno dell'abitato di Tarquinia capoluogo;
8. che il documento “Valutazione dell'adeguamento in sede della S.S.1 “Aurelia” ad autostrada di tipo “A” da Civitavecchia Nord fino al confine laziale – Appunti” acquisito al protocollo del Comune di Tarquinia il 09.10.2008 n. 31387 e allegato alla deliberazione di Consiglio Comunale n. 95 del 21-10-2008, prevede un flusso bidirezionale indotto entro il 2030 di oltre 42.000 veicoli al giorno a fronte dei circa 17.000 attuali;
9. che lo studio predisposto dall'Università degli Studi di Brescia, dal titolo “Emissioni dei veicoli in autostrada e simulazione dell’impatto sulla qualità dell’aria nell’area metropolitana bresciana” (Allegato 2) affronta un caso analogo a quello determinato dalla A12 nei confronti dell'abitato di Tarquinia; in particolare dello studio risultano pertinenti i modelli di diffusione degli inquinanti e l'analisi delle quantità emesse al variare della velocità massima da 90 a 130 km/h; le conclusioni dello studio bresciano indicano che:
“Per gli ossidi di azoto la velocità massima di 100 km/h può essere assunta come soglia critica. Al di là di tale valore, infatti, si osserva una crescita dei valori dei fattori di emissione di tutte le tipologie di veicoli esaminati; particolarmente variegato è il comportamento dei mezzi commerciali: per quelli leggeri è stata identificata una curva di crescita di tipo quadratico, mentre per quelli pesanti la curva interpolante è di tipo cubico.
I fattori di emissione delle polveri sottili direttamente emesse dipendono, per tutte le categorie di veicoli, dalla velocità massima di percorrenza attraverso una funzione di tipo quadratica: si osserva dunque un aumento sempre maggiore al crescere della velocità di percorrenza. Il fattore di emissione per polveri che tiene conto anche del risollevamento calcolato con la formula di Lohmeyer, pur risultando indipendente dalla velocità dei veicoli, risulta maggiore rispetto a quello calcolato senza risospensione.
Per quanto riguarda i fattori di emissioni del monossido di carbonio, l’analisi ha evidenziato due diversi comportanti: per autoveicoli, mezzi commerciali leggeri e motocicli si registra un aumento dei fattori di emissione al crescere della velocità; al contrario per i mezzi pesanti, con l’aumento della velocità si ha una diminuzione dei ratei di emissione. Inoltre si osserva che per questo inquinante il contributo maggiormente critico è quello dei motocicli.”
10. che a seguito dell'incremento del numero di veicoli in transito da 17.000 a 42.000 e della velocità massima di percorrenza da 90 a 130 kmh, il carico inquinante aumenta mediamente di oltre il 90%, rispetto alla situazione attuale; non fanno testo le code estive, determinate dall'effetto collo di bottiglia in corrispondenza dei tratti ancora a 2 corsie, colpevolmente mantenuti tali;
11. che il comprensorio formato dai comuni di Montalto di Castro e Tarquinia è gravato da numerose fonti d'emissione di sostanze tossiche e/o insalubri che producono impatti sull'aria ad effetto immediato per la salute umana, e determinano accumulo d'inquinanti nei corpi idrici, di superficie e sotterranei, e nei terreni agricoli, boschivi o destinati alla pastorizia, con conseguenze dannose per l'economia agro-turistica a cui è vocata l'intera provincia e che ha nella zona costiera uno dei capisaldi;
12. che è in corso di completamento la riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia-Torrevaldaliga Nord, contrastata con forza da questo Consiglio che anche di recente ha dimostrato fattiva solidarietà alle popolazioni che vi si oppongono, deliberando unanime di sostenere le osservazioni presentate dai cittadini all'istanza di rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi del D.lgs.59/05; la Provincia di Viterbo, inoltre, da sempre contesta l'inadeguatezza della Valutazione d'Impatto Ambientale rilasciata il 04.11.2003, per conoscere il reale impatto della centrale a carbone, fondando il proprio convincimento anche sulle conclusioni del collegio peritale del Tribunale Ordinario di Civitavecchia che nel 2004 ritenne la VIA “lacunosa, anomala e omissiva”; tra le molte denunce dei cittadini contro l'impianto a carbone si sottolinea, perché rilevante ai fini del presente documento, il mancato funzionamento dell'Osservatorio Ambientale previsto dalla VIA, che in cinque anni non ha prodotto elemento conoscitivo alcuno, venendo meno al compito istituzionale di fornire alle popolazioni dati ed informazioni ambientali utili e trasparenti secondo il dettato delle norme comunitarie, anche per valutare in itinere la sostenibilità dell'impianto;
13. che il territorio laziale attraversato dalla A12 è interessato da un fenomeno di forte industrializzazione, incoerente con la vocazione agro-turistica del comprensorio; l'elenco che segue, degli impianti più inquinanti in esercizio, in costruzione o in fase di approvazione dimostra la crescente pressione ambientale a carico dei comuni costieri dell'Alto Lazio viterbese:
Centrale termoelettrica di Montalto di Castro – 3.540 Mwe [2.640 ad olio combustibile denso (OCD) e 800 a metano]; in esercizio
Centrale termoelettrica di Civitavecchia-Torrevaldaliga Sud – 1.460 Mwe [1140 a metano e 320 misti a metano e OCD]; in esercizio
Centrale termoelettrica di Civitavecchia-Torrevaldaliga Nord – 1980 Mwe a carbone; in parziale esercizio
Centrale a biomasse di Tuscania;
Cementificio di Montalto di Castro; in esercizio
Cementificio di Canino; in esercizio
Cementificio di Tarquinia; in fase di approvazione
Impianto di recupero di materia da rifiuti speciali non pericolosi da riutilizzarsi nella produzione di cemento a Canino; in fase di approvazione – VIA
Deposito a cielo aperto di pet-coke a Tarquinia (ampliamento da 40.000 a 100.000 tonnellate); in fase di approvazione – VIA
Zona industriale di Tarquinia; estensione 430 ettari; in via di attuazione
Porto di Civitavecchia; in attività
14. che a riprova dell'incompatibilità tra lo sviluppo industriale dimostrato dall'elenco al punto 13. e la vocazione agro-turistica della Tuscia costiera vi è un'esplicita indicazione contenuta nel S.I.A. della centrale a carbone di Civitavecchia-Torrevaldaliga Nord, di finalizzare la produzione agricola a utilizzazioni non alimentari;
15. che il parere positivo alla variante di tracciato dell'autostrada, votato il 21.10.2008 dai Consigli Comunali di Tarquinia e Montalto di Castro, e il consenso all'autostrada deliberato dalla Regione Lazio ai sensi del comma 5 art. 165 del D.Lgs. 163/2006, non trattano la questione dell'inquinamento cumulativo prodotto dalla molteplicità di fonti di cui al punto 13.;
16. che il Consiglio Comunale di Tarquinia, con l'allegato “A” alla delibera n. 31 del 10.04.2008, d'approvazione del Piano Quadro di Indirizzo e Coordinamento della Zona D1 (Zona Industriale), ha affermato unanime la necessità della Valutazione Ambientale Strategica per l'attuazione del programma di sviluppo industriale di tale zona, escludendo contestualmente la possibilità di realizzare impianti inquinanti e/o insalubri e citando tra questi i cementifici;
17. che il proposito del Consiglio Comunale di Tarquinia, di assoggettare lo sviluppo della zona industriale a VAS non ha avuto seguito, restando altresì ignorata l'unanime volontà consigliare di escludere la realizzazione di impianti inquinanti e/o insalubri dalla citata zona industriale; ne è riprova il tentativo di far approvare dal Consiglio Comunale il cementificio di Pian de' Cipressi, nonostante la chiara prescrizione contraria decisa con la delibera 31/2008;
18. che la Valutazione d'Impatto Ambientale della tratta laziale della A12, come è prassi, si limiterà a stimare l'apporto specifico di inquinanti emessi dai veicoli in transito, trascurando gli effetti incrementati totali, che solo la Valutazione Ambientale Strategica consente di conoscere per poterli successivamente raffrontare con le soglie ammesse dalla normativa vigente;
19. che la Valutazione Ambientale Strategica è uno strumento a disposizione delle comunità locali per affermare il diritto alla salute tutelato dall'art.32 della Costituzione e per conoscere i reali impatti delle scelte industriali; il diritto alla VAS è una rivendicazione che i cittadini faranno in tutte le sedi, anche a seguito delle ripetute affermazioni pronunciate dall'attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che la messa in sicurezza dell'Aurelia, con l'adeguamento a quattro corsie dei tratti a due avrebbe determinato l'inutilità dell'autostrada;
20. che le popolazioni della costa viterbese rivendicano da molto tempo, come strumento coerente con la Valutazione Ambientale Strategica, l'istituzione del registro dei tumori, capace di rappresentare gli effetti cumulati delle emissioni inquinanti;
21. che in merito alla decisione assunta dal CIPE nella seduta del 18 dicembre 2008, di approvare il progetto preliminare dell’Autostrada A12, per la tratta da realizzare “Cecina (Rosignano Marittima)-Civitavecchia”, incluso il connesso Piano Economico e Finanziario basato su: incremento dei flussi veicolari (da 17.000 a 42.000 ) e proroga della durata della concessione della Società Autostrada Tirrenica S.p.A. (SAT), dall’anno 2028 all’anno 2046 è stata presentata un'interrogazione al Parlamento Europeo in quanto la proroga è in contrasto con la Direttiva Europea 2004/18/CE, relativa al “coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di fornitura e di servizi” alla quale ha risposto il Presidente della Commissione Mc Creevy comunicando di aver deciso “di approfondire l'esame del progetto perché esistono fondati motivi per provare la violazione delle norme in questione”.
22. che l’autostrada del Mar Mediterraneo Occidentale, così come viene definita dalla Commissione Europea nel documento COM(2003) 155 final del 7 aprile 2003, comprende il porto intermodale di Civitavecchia già in grado di movimentare merci provenienti da medie e lunghe percorrenze, superando le barriere naturali delle Alpi e dei Pirenei (vedasi lo stesso documento);
Tutto ciò premesso e considerato chiedono
di votare favorevolmente il presente documento per ribadire con forza i principi dell'articolo 32 della Costituzione Italiana che tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività;
di dare continuità alle azioni di sostegno che questo Consiglio ha espresso con le deliberazioni a sostegno delle azioni delle popolazioni dell'Alto Lazio a tutela della salute e dell'economia agricola e turistica del territorio interessato;
di dare un senso concreto all'attuazione del diritto alla salute della popolazione dell'Alto Lazio, di Tarquinia in primo luogo perché il tracciato autostradale ricade nel suo abitato, invocando la procedura VAS per le decisioni riguardanti il tracciato autostradale nel contesto di pesante industrializzazione a carico del territorio;
di promuovere l'istituzione del Registro Tumori da parte della competente autorità al fine di raccogliere dati epidemiologici in funzione del giudizio di sostenibilità;
di mettere in atto tutte le azioni che il Consiglio Provinciale può intraprendere e disporre per impedire che la produzione agricola della Tuscia costiera debba diventare “non per uso alimentare”
Comitato Amici della Maremma Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia
lunedì 21 dicembre 2009
IL PRIMO PASSO VERSO LA SPERANZA E' LA CONSAPEVOLEZZA DELLE RAGIONI DELLA DISPERAZIONE
Il discorso del presidente venezuelano al vertice climatico di Copenhagen
DI HUGO CHAVEZ
Signor Presidente, signori, signore, amici e amiche, prometto che non parlerò più di quanto sia già stato fatto questo pomeriggio, ma permettetemi un commento iniziale che avrei voluto facesse parte del punto precedente discusso da Brasile, Cina, India e Bolivia. Chiedevamo la parola, ma non è stato possibile prenderla.
Ha parlato la rappresentante della Bolivia, e porgo un saluto al compagno Presidente Evo Morales qui presente, Presidente della Bolivia.
Tra varie cose ha detto, ho preso nota: il testo che è stato presentato non è democratico, non è rappresentativo di tutti i paesi. Ero appena arrivato e mentre ci sedevamo abbiamo sentito il Presidente della sessione precedente, la signora Ministra, dire che c’era un documento da queste parti, che però nessuno conosce: ho chiesto il documento, ancora non l’abbiamo. Credo che nessuno sappia di questo documento top secret.
Certo, la collega boliviana l’ha detto, non è democratico, non è rappresentativo, ma signori e signore: siamo forse in un mondo democratico? Per caso il sistema mondiale è rappresentativo? Possiamo aspettarci qualcosa di democratico e rappresentativo nel sistema mondiale attuale? Su questo pianeta stiamo vivendo una dittatura imperiale e lo denunciamo ancora da questa tribuna: abbasso la dittatura imperiale! E che su questo pianeta vivano i popoli, la democrazia e l'uguaglianza!
E quello che vediamo qui è proprio il riflesso di tutto ciò: esclusione. C'è un gruppo di paesi che si credono superiori a noi del sud, a noi del terzo mondo, a noi sottosviluppati, o come dice il nostro grande amico Eduardo Galeano: noi paesi avvolti come da un treno che ci ha avvolti nella storia [sorta di gioco di parole tra desarrollados = sviluppati e arrollados = avviluppati NdT]. Quindi non dobbiamo stupirci di quello che succede, non stupiamoci, non c'è democrazia nel mondo e qui ci troviamo di fronte all'ennesima evidenza della dittatura imperiale mondiale.
Poco fa sono saliti due giovani, per fortuna le forze dell'ordine sono state decenti, qualche spintone qua e là, e i due hanno cooperato, no? Qui fuori c'è molta gente, sapete? Certo, non ci entrano tutti in questa sala, sono troppi; ho letto sulla stampa che ci sono stati alcuni arresti, qualche protesta intensa, qui per le strade di Copenaghen, e voglio salutare tutte quelle persone qui fuori, la maggior parte delle quali sono giovani.
Non ci sono dubbi che siano giovani preoccupati, e credo abbiano una ragione più di noi per essere preoccupati del futuro del mondo; noi abbiamo – la maggior parte dei presenti – già il sole dietro le spalle, ma loro hanno il sole in fronte e sono davvero preoccupati. Qualcuno potrebbe dire, Signor Presidente, che un fantasma infesta Copenaghen, parafrasando Karl Marx, il grande Karl Marx, un fantasma infesta le strade di Copenaghen e credo che questo fantasma vaga per questa sala in silenzio, gira in quest'aula, tra di noi, attraversa i corridoi, esce dal basso, sale, è un fantasma spaventoso che quasi nessuno vuole nominare: il capitalismo è il fantasma, quasi nessuno vuole nominarlo.
È il capitalismo, sentiamo ruggire qui fuori i popoli. Stavo leggendo qualcuna delle frasi scritte per strada, e di questi slogan (alcuni dei quali li ho sentiti anche dai due giovani che sono entrati), me ne sono scritti due. Il primo è Non cambiate il clima, cambiate il sistema.
E io lo riprendo qui per noi. Non cambiamo il clima, cambiamo il sistema! E di conseguenza cominceremo a salvare il pianeta. Il capitalismo, il modello di sviluppo distruttivo sta mettendo fine alla vita, minaccia di metter fine alla specie umana. E il secondo slogan spinge alla riflessione. In linea con la crisi bancaria che ha colpito, e continua a colpire, il mondo, e con il modo con cui i paesi del ricco Nord sono corsi in soccorso dei bancari e delle grandi banche (degli Stati Uniti si è persa la somma, da quanto è astronomica). Ecco cosa dicono per le strade: se il clima fosse una banca, l'avrebbero già salvato.
E credo che sia la verità. Se il clima fosse una delle grandi banche, i governi ricchi l'avrebbero già salvato. Credo che Obama non sia arrivato, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace quasi nello stesso giorno in cui mandava altri 30mila soldati ad uccidere innocenti in Afghanistan, e ora viene qui a presentarsi con il Premio Nobel per la Pace, il Presidente degli Stati Uniti. Gli USA però hanno la macchinetta per fare le banconote, per fare i dollari, e hanno salvato, vabbè, credono di aver salvato, le banche e il sistema capitalista.
Bene, lasciando da parte questo commento, dicevo che alzavamo la mano per unirci a Brasile, India, Bolivia e Cina nella loro interessante posizione, che il Venezuela e i paesi dell'Alleanza Bolivariana condividono fermamente; però non ci è stata data la parola, per cui, Signor Presidente, non mi conteggi questi minuti, la prego.
Ho conosciuto, ho avuto il piacere di conoscere Hervé Kempf – è qui in giro -, di cui consiglio vivamente il libro “Perché i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta”, in francese, ma potete trovarlo anche in spagnolo e sicuramente in inglese. Hervé Kempf: Perché i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta. Per questo Cristo ha detto: E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio. Questo l'ha detto Cristo nostro Signore.
....... Bene, Signor Presidente, il cambiamento climatico è senza dubbio il problema ambientale più devastante di questo secolo, inondazioni, siccità, tormente, uragani, disgeli, innalzamento del livello del mare, acidificazione degli oceani e ondate di calore, tutto questo acuisce l'impatto delle crisi globali che si abbattono su di noi. L'attività umana d'oggi supera i limiti della sostenibilità, mettendo in pericolo la vita del pianeta, ma anche in questo siamo profondamente disuguali.
Voglio ricordarlo: le 500 milioni di persone più ricche del pianeta, 500 milioni, sono il sette per cento, sette per cento, seven per cento della popolazione mondiale. Questo sette per cento è responsabile, queste cinquecento milioni di persone più ricche sono responsabili del cinquanta per cento delle emissioni inquinanti, mentre il 50 per cento più povero è responsabile solo del sette per cento delle emissioni inquinanti.
Per questo mi sembra strano mettere qui sullo stesso piano Stati Uniti e Cina. Gli Stati Uniti hanno appena 300 milioni di abitanti. La Cina ha una popolazione quasi 5 volte più grande di quella degli USA.
Gli Stati Uniti consumano più di 20 milioni di barili di petrolio al giorno, la Cina arriva appena ai 5,6 milioni di barili al giorno, non possiamo chiedere le stesse cose agli Stati Uniti e alla Cina. Ci sono questioni da discutere, almeno potessimo noi Capi di Stato e di Governo sederci a discutere davvero di questi argomenti.
Inoltre, Signor Presidente, il 60% degli ecosistemi del pianeta hanno subito danni e il 20% della crosta terrestre è degradata; siamo stati testimoni impassibili della deforestazione, della conversione di terre, della desertificazione e delle alterazioni dei sistemi d'acqua dolce, dello sovrasfruttamento del patrimonio ittico, della contaminazione e della perdita della diversità biologica. Lo sfruttamento esagerato della terra supera del 30% la sua capacità di rigenerazione.
Il pianeta sta perdendo ciò che i tecnici chiamano la capacità di autoregolarsi, il pianeta la sta perdendo, ogni giorno si buttano più rifiuti di quanti possano essere smaltiti. La sopravvivenza della nostra specie assilla la coscienza dell'umanità. Malgrado l'urgenza, sono passati due anni dalle negoziazioni volte a concludere un secondo periodo di compromessi voluto dal Protocollo di Kyoto, e ci presentiamo a quest'appuntamento senza un accordo reale e significativo.
E voglio dire che riguardo al testo creato dal nulla, come qualcuno l'ha definito (il rappresentante cinese), il Venezuela e i paesi dell'Alleanza Bolivariana per le Americhe, noi non accettiamo nessun altro testo che non derivi dai gruppi di lavoro del Protocollo di Kyoto e della Convenzione: sono i testi legittimi su cui si sta discutendo intensamente da anni.
E in queste ultime ore credo che non abbiate dormito: oltre a non aver pranzato, non avete dormito. Non mi sembra logico che ora si produca un testo dal niente, come dite voi. L'obiettivo scientificamente sostenuto di ridurre le emissioni di gas inquinanti e raggiungere un accordo chiaro di cooperazione a lungo termine, oggi a quest'ora, sembra aver fallito.Almeno per il momento. Qual è il motivo? Non abbiamo dubbi. Il motivo è l'atteggiamento irresponsabile e la mancanza di volontà politica delle nazioni più potenti del pianeta...
Il conservatorismo politico e l'egoismo dei grandi consumatori, dei paesi più ricchi testimoniano di una grande insensibilità e della mancanza di solidarietà con i più poveri, con gli affamati, con coloro più soggetti alle malattie, ai disastri naturali, Signor Presidente, è chiaramente un nuovo ed unico accordo applicabile a parti assolutamente disuguali, per la grandezza delle sue contribuzioni e capacità economiche, finanziarie e tecnologiche, ed è evidente che si basa sul rispetto assoluto dei principi contenuti nella Convenzione.
I paesi sviluppati dovrebbero stabilire dei compromessi vincolanti, chiari e concreti per la diminuzione sostanziale delle loro emissioni e assumere degli obblighi di assistenza finanziaria e tecnologica ai paesi poveri per far fronte ai pericoli distruttivi del cambiamento climatico. In questo senso, la peculiarità degli stati insulari e dei paesi meno sviluppati dovrebbe essere pienamente riconosciuta.
.... Le entrate totali delie 500 persone più ricche del mondo sono superiore alle entrate delle 416 milioni di persone più povere, le 2800 milioni di persone che vivono nella povertà, con meno di 2 dollari al giorno e che rappresentano il 40 per cento della popolazione mondiale, ricevono solo il 5 per cento delle entrate mondiale...
Ci sono 1100 milioni di persone che non hanno accesso all'acqua potabile, 2600 milioni prive di servizio di sanità, più di 800 milioni di analfabeti e 1020 milioni di persone affamate: ecco lo scenario mondiale.
E ora, la causa, qual è la causa? Parliamo della causa, non evitiamo le responsabilità, non evitiamo la profondità del problema, la causa senza dubbio, torno all'argomento di questo disastroso scenario, è il sistema metabolico distruttivo del capitale e della sua incarnazione: il capitalismo.
Ho qui una citazione di quel gran teologo della liberazione che è Leonardo Boff, come sappiamo, brasiliano, che dice: Qual è la causa? Ah, la causa è il sogno di cercare la felicità con l'accumulazione materiale e il progresso senza fine, usando, per fare ciò, la scienza e la tecnica con cui si possono sfruttare in modo illimitato le risorse della terra.
Può una terra finita sopportare un progetto infinito? La tesi del capitalismo, lo sviluppo infinito, è un modello distruttivo, accettiamolo.
..... Noi popoli del mondo chiediamo agli imperi, a quelli che pretendono di continuare a dominare il mondo e noi, chiediamo loro che finiscano le aggressioni e le guerre. Niente più basi militari imperiali, né colpi di Stato, costruiamo un ordine economico e sociale più giusto e equitativo, sradichiamo la povertà, freniamo subito gli alti livelli di emissioni, arrestiamo il deterioramento ambientale ed evitiamo la grande catastrofe del cambiamento climatico, integriamoci nel nobile obiettivo di essere tutti più liberi e solidari.
.... Questo pianeta è vissuto migliaia di milioni di anni, e questo pianeta è vissuto per migliaia di milioni di anni senza di noi, la specie umana: non ha bisogno di noi per esistere. Bene, noi senza la Terra non viviamo, e stiamo distruggendo il Pachanama*, come dice Evo e come dicono i nostri fratelli aborigeni del Sudamerica...
Hugo Chavez
Fonte: http://selvasorg.blogspot.com
Testo originale: http://selvasorg.blogspot.com/2009/12/discurso-de-chavez-en-copenhage.html
16.12.2009
Traduzione per comedonchisciotte.org a cura di MARINA GERENZANI
*Pachanama = Madre Terra
DI HUGO CHAVEZ
Signor Presidente, signori, signore, amici e amiche, prometto che non parlerò più di quanto sia già stato fatto questo pomeriggio, ma permettetemi un commento iniziale che avrei voluto facesse parte del punto precedente discusso da Brasile, Cina, India e Bolivia. Chiedevamo la parola, ma non è stato possibile prenderla.
Ha parlato la rappresentante della Bolivia, e porgo un saluto al compagno Presidente Evo Morales qui presente, Presidente della Bolivia.
Tra varie cose ha detto, ho preso nota: il testo che è stato presentato non è democratico, non è rappresentativo di tutti i paesi. Ero appena arrivato e mentre ci sedevamo abbiamo sentito il Presidente della sessione precedente, la signora Ministra, dire che c’era un documento da queste parti, che però nessuno conosce: ho chiesto il documento, ancora non l’abbiamo. Credo che nessuno sappia di questo documento top secret.
Certo, la collega boliviana l’ha detto, non è democratico, non è rappresentativo, ma signori e signore: siamo forse in un mondo democratico? Per caso il sistema mondiale è rappresentativo? Possiamo aspettarci qualcosa di democratico e rappresentativo nel sistema mondiale attuale? Su questo pianeta stiamo vivendo una dittatura imperiale e lo denunciamo ancora da questa tribuna: abbasso la dittatura imperiale! E che su questo pianeta vivano i popoli, la democrazia e l'uguaglianza!
E quello che vediamo qui è proprio il riflesso di tutto ciò: esclusione. C'è un gruppo di paesi che si credono superiori a noi del sud, a noi del terzo mondo, a noi sottosviluppati, o come dice il nostro grande amico Eduardo Galeano: noi paesi avvolti come da un treno che ci ha avvolti nella storia [sorta di gioco di parole tra desarrollados = sviluppati e arrollados = avviluppati NdT]. Quindi non dobbiamo stupirci di quello che succede, non stupiamoci, non c'è democrazia nel mondo e qui ci troviamo di fronte all'ennesima evidenza della dittatura imperiale mondiale.
Poco fa sono saliti due giovani, per fortuna le forze dell'ordine sono state decenti, qualche spintone qua e là, e i due hanno cooperato, no? Qui fuori c'è molta gente, sapete? Certo, non ci entrano tutti in questa sala, sono troppi; ho letto sulla stampa che ci sono stati alcuni arresti, qualche protesta intensa, qui per le strade di Copenaghen, e voglio salutare tutte quelle persone qui fuori, la maggior parte delle quali sono giovani.
Non ci sono dubbi che siano giovani preoccupati, e credo abbiano una ragione più di noi per essere preoccupati del futuro del mondo; noi abbiamo – la maggior parte dei presenti – già il sole dietro le spalle, ma loro hanno il sole in fronte e sono davvero preoccupati. Qualcuno potrebbe dire, Signor Presidente, che un fantasma infesta Copenaghen, parafrasando Karl Marx, il grande Karl Marx, un fantasma infesta le strade di Copenaghen e credo che questo fantasma vaga per questa sala in silenzio, gira in quest'aula, tra di noi, attraversa i corridoi, esce dal basso, sale, è un fantasma spaventoso che quasi nessuno vuole nominare: il capitalismo è il fantasma, quasi nessuno vuole nominarlo.
È il capitalismo, sentiamo ruggire qui fuori i popoli. Stavo leggendo qualcuna delle frasi scritte per strada, e di questi slogan (alcuni dei quali li ho sentiti anche dai due giovani che sono entrati), me ne sono scritti due. Il primo è Non cambiate il clima, cambiate il sistema.
E io lo riprendo qui per noi. Non cambiamo il clima, cambiamo il sistema! E di conseguenza cominceremo a salvare il pianeta. Il capitalismo, il modello di sviluppo distruttivo sta mettendo fine alla vita, minaccia di metter fine alla specie umana. E il secondo slogan spinge alla riflessione. In linea con la crisi bancaria che ha colpito, e continua a colpire, il mondo, e con il modo con cui i paesi del ricco Nord sono corsi in soccorso dei bancari e delle grandi banche (degli Stati Uniti si è persa la somma, da quanto è astronomica). Ecco cosa dicono per le strade: se il clima fosse una banca, l'avrebbero già salvato.
E credo che sia la verità. Se il clima fosse una delle grandi banche, i governi ricchi l'avrebbero già salvato. Credo che Obama non sia arrivato, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace quasi nello stesso giorno in cui mandava altri 30mila soldati ad uccidere innocenti in Afghanistan, e ora viene qui a presentarsi con il Premio Nobel per la Pace, il Presidente degli Stati Uniti. Gli USA però hanno la macchinetta per fare le banconote, per fare i dollari, e hanno salvato, vabbè, credono di aver salvato, le banche e il sistema capitalista.
Bene, lasciando da parte questo commento, dicevo che alzavamo la mano per unirci a Brasile, India, Bolivia e Cina nella loro interessante posizione, che il Venezuela e i paesi dell'Alleanza Bolivariana condividono fermamente; però non ci è stata data la parola, per cui, Signor Presidente, non mi conteggi questi minuti, la prego.
Ho conosciuto, ho avuto il piacere di conoscere Hervé Kempf – è qui in giro -, di cui consiglio vivamente il libro “Perché i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta”, in francese, ma potete trovarlo anche in spagnolo e sicuramente in inglese. Hervé Kempf: Perché i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta. Per questo Cristo ha detto: E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio. Questo l'ha detto Cristo nostro Signore.
....... Bene, Signor Presidente, il cambiamento climatico è senza dubbio il problema ambientale più devastante di questo secolo, inondazioni, siccità, tormente, uragani, disgeli, innalzamento del livello del mare, acidificazione degli oceani e ondate di calore, tutto questo acuisce l'impatto delle crisi globali che si abbattono su di noi. L'attività umana d'oggi supera i limiti della sostenibilità, mettendo in pericolo la vita del pianeta, ma anche in questo siamo profondamente disuguali.
Voglio ricordarlo: le 500 milioni di persone più ricche del pianeta, 500 milioni, sono il sette per cento, sette per cento, seven per cento della popolazione mondiale. Questo sette per cento è responsabile, queste cinquecento milioni di persone più ricche sono responsabili del cinquanta per cento delle emissioni inquinanti, mentre il 50 per cento più povero è responsabile solo del sette per cento delle emissioni inquinanti.
Per questo mi sembra strano mettere qui sullo stesso piano Stati Uniti e Cina. Gli Stati Uniti hanno appena 300 milioni di abitanti. La Cina ha una popolazione quasi 5 volte più grande di quella degli USA.
Gli Stati Uniti consumano più di 20 milioni di barili di petrolio al giorno, la Cina arriva appena ai 5,6 milioni di barili al giorno, non possiamo chiedere le stesse cose agli Stati Uniti e alla Cina. Ci sono questioni da discutere, almeno potessimo noi Capi di Stato e di Governo sederci a discutere davvero di questi argomenti.
Inoltre, Signor Presidente, il 60% degli ecosistemi del pianeta hanno subito danni e il 20% della crosta terrestre è degradata; siamo stati testimoni impassibili della deforestazione, della conversione di terre, della desertificazione e delle alterazioni dei sistemi d'acqua dolce, dello sovrasfruttamento del patrimonio ittico, della contaminazione e della perdita della diversità biologica. Lo sfruttamento esagerato della terra supera del 30% la sua capacità di rigenerazione.
Il pianeta sta perdendo ciò che i tecnici chiamano la capacità di autoregolarsi, il pianeta la sta perdendo, ogni giorno si buttano più rifiuti di quanti possano essere smaltiti. La sopravvivenza della nostra specie assilla la coscienza dell'umanità. Malgrado l'urgenza, sono passati due anni dalle negoziazioni volte a concludere un secondo periodo di compromessi voluto dal Protocollo di Kyoto, e ci presentiamo a quest'appuntamento senza un accordo reale e significativo.
E voglio dire che riguardo al testo creato dal nulla, come qualcuno l'ha definito (il rappresentante cinese), il Venezuela e i paesi dell'Alleanza Bolivariana per le Americhe, noi non accettiamo nessun altro testo che non derivi dai gruppi di lavoro del Protocollo di Kyoto e della Convenzione: sono i testi legittimi su cui si sta discutendo intensamente da anni.
E in queste ultime ore credo che non abbiate dormito: oltre a non aver pranzato, non avete dormito. Non mi sembra logico che ora si produca un testo dal niente, come dite voi. L'obiettivo scientificamente sostenuto di ridurre le emissioni di gas inquinanti e raggiungere un accordo chiaro di cooperazione a lungo termine, oggi a quest'ora, sembra aver fallito.Almeno per il momento. Qual è il motivo? Non abbiamo dubbi. Il motivo è l'atteggiamento irresponsabile e la mancanza di volontà politica delle nazioni più potenti del pianeta...
Il conservatorismo politico e l'egoismo dei grandi consumatori, dei paesi più ricchi testimoniano di una grande insensibilità e della mancanza di solidarietà con i più poveri, con gli affamati, con coloro più soggetti alle malattie, ai disastri naturali, Signor Presidente, è chiaramente un nuovo ed unico accordo applicabile a parti assolutamente disuguali, per la grandezza delle sue contribuzioni e capacità economiche, finanziarie e tecnologiche, ed è evidente che si basa sul rispetto assoluto dei principi contenuti nella Convenzione.
I paesi sviluppati dovrebbero stabilire dei compromessi vincolanti, chiari e concreti per la diminuzione sostanziale delle loro emissioni e assumere degli obblighi di assistenza finanziaria e tecnologica ai paesi poveri per far fronte ai pericoli distruttivi del cambiamento climatico. In questo senso, la peculiarità degli stati insulari e dei paesi meno sviluppati dovrebbe essere pienamente riconosciuta.
.... Le entrate totali delie 500 persone più ricche del mondo sono superiore alle entrate delle 416 milioni di persone più povere, le 2800 milioni di persone che vivono nella povertà, con meno di 2 dollari al giorno e che rappresentano il 40 per cento della popolazione mondiale, ricevono solo il 5 per cento delle entrate mondiale...
Ci sono 1100 milioni di persone che non hanno accesso all'acqua potabile, 2600 milioni prive di servizio di sanità, più di 800 milioni di analfabeti e 1020 milioni di persone affamate: ecco lo scenario mondiale.
E ora, la causa, qual è la causa? Parliamo della causa, non evitiamo le responsabilità, non evitiamo la profondità del problema, la causa senza dubbio, torno all'argomento di questo disastroso scenario, è il sistema metabolico distruttivo del capitale e della sua incarnazione: il capitalismo.
Ho qui una citazione di quel gran teologo della liberazione che è Leonardo Boff, come sappiamo, brasiliano, che dice: Qual è la causa? Ah, la causa è il sogno di cercare la felicità con l'accumulazione materiale e il progresso senza fine, usando, per fare ciò, la scienza e la tecnica con cui si possono sfruttare in modo illimitato le risorse della terra.
Può una terra finita sopportare un progetto infinito? La tesi del capitalismo, lo sviluppo infinito, è un modello distruttivo, accettiamolo.
..... Noi popoli del mondo chiediamo agli imperi, a quelli che pretendono di continuare a dominare il mondo e noi, chiediamo loro che finiscano le aggressioni e le guerre. Niente più basi militari imperiali, né colpi di Stato, costruiamo un ordine economico e sociale più giusto e equitativo, sradichiamo la povertà, freniamo subito gli alti livelli di emissioni, arrestiamo il deterioramento ambientale ed evitiamo la grande catastrofe del cambiamento climatico, integriamoci nel nobile obiettivo di essere tutti più liberi e solidari.
.... Questo pianeta è vissuto migliaia di milioni di anni, e questo pianeta è vissuto per migliaia di milioni di anni senza di noi, la specie umana: non ha bisogno di noi per esistere. Bene, noi senza la Terra non viviamo, e stiamo distruggendo il Pachanama*, come dice Evo e come dicono i nostri fratelli aborigeni del Sudamerica...
Hugo Chavez
Fonte: http://selvasorg.blogspot.com
Testo originale: http://selvasorg.blogspot.com/2009/12/discurso-de-chavez-en-copenhage.html
16.12.2009
Traduzione per comedonchisciotte.org a cura di MARINA GERENZANI
*Pachanama = Madre Terra
domenica 20 dicembre 2009
AUTOSTRADA TIRRENICA / Maremma Etrusca, Tarquinia: un bel primo piatto, sassi al bitume con spolverata di cemento
A Viterbo s'è svolto il Consiglio Provinciale aperto per discutere di autostrada tirrenica, cioè di quei 2.000 ettari di fertili terre sottratte alla produzione agricola e consegnate ai signori del cemento, dell'asfalto, delle cave e del petrolio dal Ministro Matteoli, dai presidenti di Toscana e Lazio Conti e Marrazzo e complice quel tal Parroncini che vorrebbe presentarsi come dispensatore di sviluppo.
A Palazzo Gentili c'erano il Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia, una rappresentanza degli Agricoltori di Maremma e il Comitato Amici della Maremma che hanno presentato il documento votato all'unanimità dal Consiglio Provinciale e denunciato il danno grave arrecato agli abitanti. La prova è negli atti: il Consiglio Comunale di Tarquinia prima e la Giunta Regionale poi hanno deliberato il tracciato autostradale senza preoccuparsi dell'inquinamento che avrebbe prodotto; nemmeno una riga nella delibera comunale e nemmeno una riga in quella regionale e così è stata approvata l'autostrada tra le case dell'abitato di Tarquinia, con un raddoppio istantaneo degli inquinanti rispetto all'Aurelia, dovuto all'incremento della velocità e al numero di veicoli che passerà da 17.000 a 42.000.
Il diritto alla salute sancito dall'art. 32 della Costituzione ancora una volta è stato negato da quelli che come Matteoli, Marrazzo, Parroncini, Mazzola forse no, sanno bene che l'autostrada è un'opera inutile e dannosa e che solo l'intermodalità bilanciata – ferrovia, autostrade del mare e gomma – può migliorare realmente quel sistema dei trasporti a cui era sufficiente il poco costoso completamento a quattro corsie dei tratti d'Aurelia ancora a due. Ma si sa, pochi soldi pochi appalti. E questo ai mestieranti della politica non piace. Meglio 4 miliardi di euro di appalti e affari lucrosi per cementifici, cave, centrali di conglomerati cementizi e bituminosi, cioè per le attività più appetibili per le mafie, che hanno sempre soldi da investire. A Viterbo i cittadini hanno ricevuto il sostegno unanime dei Consiglieri di destra e di sinistra, dopo aver denunciato l'atto di barbarie compiuto da chi ha messo l'autostrada nel centro abitato di Tarquinia.
In questi ultimi tempi al clima di saccheggio della salute si affianca spesso il furto di legalità, che proprio a Tarquinia ha subito un'ulteriore accelerazione con la brutta storia del cementificio. Ma ancora una volta i cittadini sono scesi in campo, da soli, armati di sole parole e voglia di libertà e hanno bloccato l'ultimo misfatto: un cementificio, di cui ancora non si sa chi sia il vero finanziatore, stava per essere approvato con tanto di studio ambientale falsato.
Oggi ci tocca pure leggere le cavolate.
Speriamo che nessuno legga quello che ha scritto Parroncini.
Comitato dei Cittadini Liberi
A Palazzo Gentili c'erano il Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia, una rappresentanza degli Agricoltori di Maremma e il Comitato Amici della Maremma che hanno presentato il documento votato all'unanimità dal Consiglio Provinciale e denunciato il danno grave arrecato agli abitanti. La prova è negli atti: il Consiglio Comunale di Tarquinia prima e la Giunta Regionale poi hanno deliberato il tracciato autostradale senza preoccuparsi dell'inquinamento che avrebbe prodotto; nemmeno una riga nella delibera comunale e nemmeno una riga in quella regionale e così è stata approvata l'autostrada tra le case dell'abitato di Tarquinia, con un raddoppio istantaneo degli inquinanti rispetto all'Aurelia, dovuto all'incremento della velocità e al numero di veicoli che passerà da 17.000 a 42.000.
Il diritto alla salute sancito dall'art. 32 della Costituzione ancora una volta è stato negato da quelli che come Matteoli, Marrazzo, Parroncini, Mazzola forse no, sanno bene che l'autostrada è un'opera inutile e dannosa e che solo l'intermodalità bilanciata – ferrovia, autostrade del mare e gomma – può migliorare realmente quel sistema dei trasporti a cui era sufficiente il poco costoso completamento a quattro corsie dei tratti d'Aurelia ancora a due. Ma si sa, pochi soldi pochi appalti. E questo ai mestieranti della politica non piace. Meglio 4 miliardi di euro di appalti e affari lucrosi per cementifici, cave, centrali di conglomerati cementizi e bituminosi, cioè per le attività più appetibili per le mafie, che hanno sempre soldi da investire. A Viterbo i cittadini hanno ricevuto il sostegno unanime dei Consiglieri di destra e di sinistra, dopo aver denunciato l'atto di barbarie compiuto da chi ha messo l'autostrada nel centro abitato di Tarquinia.
In questi ultimi tempi al clima di saccheggio della salute si affianca spesso il furto di legalità, che proprio a Tarquinia ha subito un'ulteriore accelerazione con la brutta storia del cementificio. Ma ancora una volta i cittadini sono scesi in campo, da soli, armati di sole parole e voglia di libertà e hanno bloccato l'ultimo misfatto: un cementificio, di cui ancora non si sa chi sia il vero finanziatore, stava per essere approvato con tanto di studio ambientale falsato.
Oggi ci tocca pure leggere le cavolate.
Speriamo che nessuno legga quello che ha scritto Parroncini.
Comitato dei Cittadini Liberi
giovedì 17 dicembre 2009
ENEL, AZIONE LEGALE CONTRO GREENPEACE / Greenpeace lancia sito web che raccoglie informazioni su campagna contro carbone
Enel, il più grande singolo emettitore di CO2 in Italia, ha chiesto a Greenpeace 1,6 milioni di euro per le azioni di protesta presso le centrali a carbone effettuate sin dal 2006. Per spiegare le ragioni di quelle proteste, Greenpeace lancia un sito web dedicato che raccoglie tutte le informazioni sulla campagna contro il carbone: http://www.greenpeace.it/enel
“In questi ultimi 3 anni – spiega il direttore Giuseppe Onufrio- Greenpeace ha fatto circa 15 azioni di denuncia nei confronti della politica dell’Enel sia sul carbone che sul nucleare. L’associazione ambientalista ha prodotto numerosi rapporti tecnici e ricorsi legali in cui ha svelato a consumatori e azionisti, le politiche sbagliate della più grande azienda elettrica italiana.
Nonostante una certa difficoltà di ‘passare’ sui media quando si critica uno dei principali inserzionisti pubblicitari, le informazioni sono comunque arrivate ai cittadini. La richiesta milionaria di danni inviata da Enel a Greenpeace vorrebbe intimidire e zittire un’associazione indipendente, una voce critica e autorevole, ma noi abbiamo fiducia in molti giornalisti italiani ancora a schiena dritta”.
“La campagna pubblicitaria con cui Enel sta sommergendo tutti i media- spiega Onufrio - contiene una falsità: quello di comunicare le tecnologie di cattura e sequestro della CO2 come se fossero già disponibili. Si tratta invece di tecniche ancora allo stadio di ricerca che servono solo a tranquillizzare il pubblico facendo intendere che davvero le emissioni di CO2 dal carbone si possono trattare in questo modo”.
Il sito contiene una sezione per rapporti e approfondimenti sull’utilizzo del carbone e i suoi effetti sul clima e una sezione dedicata a immagini e video che documentano tutte le azioni di Greenpeace presso le centrali Enel (Brindisi, Genova, Civitavecchia, Porto Tolle). Greenpeace in Gran Bretagna ha recentemente vinto una causa sollevata con motivazioni analoghe da un’altra azienda elettrica, la cui richiesta di risarcimento era però “solo” di 30 mila sterline.
Enel già oggi guida la classifica delle emissioni di CO2 con 44,4 milioni di tonnellate emesse. I piani di espansione del carbone già attuati (Civitavecchia) o quelli in corso (Porto Tolle, Rossano Calabro, Piombino), aggiungeranno oltre 30 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.
“Enel clima killer è lo slogan della nostra nuova piattaforma web - continua Onufrio - Con i suoi piani di ulteriore espansione della produzione a carbone, infatti, Enel contribuirà ad accelerare i cambiamenti climatici. La richiesta di risarcimento di Enel è un tentativo arrogante di intimidazione e l’entità dei supposti danni è solo una misura degli extraprofitti prodotti nella centrale di Brindisi, la più inquinante d’Italia. Noi andiamo avanti e continueremo a protestare per difendere il Pianeta.”
- Uno Notizie Lazio - Roma -
“In questi ultimi 3 anni – spiega il direttore Giuseppe Onufrio- Greenpeace ha fatto circa 15 azioni di denuncia nei confronti della politica dell’Enel sia sul carbone che sul nucleare. L’associazione ambientalista ha prodotto numerosi rapporti tecnici e ricorsi legali in cui ha svelato a consumatori e azionisti, le politiche sbagliate della più grande azienda elettrica italiana.
Nonostante una certa difficoltà di ‘passare’ sui media quando si critica uno dei principali inserzionisti pubblicitari, le informazioni sono comunque arrivate ai cittadini. La richiesta milionaria di danni inviata da Enel a Greenpeace vorrebbe intimidire e zittire un’associazione indipendente, una voce critica e autorevole, ma noi abbiamo fiducia in molti giornalisti italiani ancora a schiena dritta”.
“La campagna pubblicitaria con cui Enel sta sommergendo tutti i media- spiega Onufrio - contiene una falsità: quello di comunicare le tecnologie di cattura e sequestro della CO2 come se fossero già disponibili. Si tratta invece di tecniche ancora allo stadio di ricerca che servono solo a tranquillizzare il pubblico facendo intendere che davvero le emissioni di CO2 dal carbone si possono trattare in questo modo”.
Il sito contiene una sezione per rapporti e approfondimenti sull’utilizzo del carbone e i suoi effetti sul clima e una sezione dedicata a immagini e video che documentano tutte le azioni di Greenpeace presso le centrali Enel (Brindisi, Genova, Civitavecchia, Porto Tolle). Greenpeace in Gran Bretagna ha recentemente vinto una causa sollevata con motivazioni analoghe da un’altra azienda elettrica, la cui richiesta di risarcimento era però “solo” di 30 mila sterline.
Enel già oggi guida la classifica delle emissioni di CO2 con 44,4 milioni di tonnellate emesse. I piani di espansione del carbone già attuati (Civitavecchia) o quelli in corso (Porto Tolle, Rossano Calabro, Piombino), aggiungeranno oltre 30 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.
“Enel clima killer è lo slogan della nostra nuova piattaforma web - continua Onufrio - Con i suoi piani di ulteriore espansione della produzione a carbone, infatti, Enel contribuirà ad accelerare i cambiamenti climatici. La richiesta di risarcimento di Enel è un tentativo arrogante di intimidazione e l’entità dei supposti danni è solo una misura degli extraprofitti prodotti nella centrale di Brindisi, la più inquinante d’Italia. Noi andiamo avanti e continueremo a protestare per difendere il Pianeta.”
- Uno Notizie Lazio - Roma -
Iscriviti a:
Post (Atom)