domenica 29 novembre 2009

Il triangolo maledetto Civitavecchia,Tarquinia,Allumiere: il cementificio taroccato e le ceneri d'oro .

Non occorre molta fantasia per capire che il cementificio di Pian de' Cipressi smaltirà le ceneri di TVN, tossiche e pericolose, e chiuderà la filiera del carbone. A poche centinaia di metri intanto, allo “Spizzicatore”, avverrà lo stoccaggio e la lavorazione della “monnezza” romana per avviarla alla centrale Enel.

Un tempo granaio dell'Urbe, ora Tarquinia è candidata a discarica di Roma e ricettacolo di industrie inquinanti insieme ad Allumiere e Civitavecchia; gran salto di qualità! Una conferma del degrado che avanza viene dal settore immobiliare: a Tarquinia 500 appartamenti sono in vendita e restano per lo più invenduti, rendendo per molti indisponibili i risparmi di una vita messi nel mattone. I cittadini reagiscono per esercitare un autonomo sindacato di controllo e l'ultimo “Informiamoci” ha fatto luce su fatti incredibili. Il decollo della zona industriale, con sottrazione di fertile suolo agricolo, avrebbe avuto ragione d'essere a fronte di investimenti nella filiera alimentare, magari per la trasformazione e la conservazione dei prodotti ortofrutticoli o per valorizzare in un momento di crisi l'eccellente grano duro di Maremma o in alternativa per insediare opifici destinati alla sostenibilità ambientale.

Invece no, gli abitanti di Tarquinia, Allumiere e Civitavecchia vengono condannati a inalare una dose ancora maggiore di micidiali polveri sottili, emesse abbondanti dai cementifici, per aiutare l'economia del cemento in un Paese che di cemento soffoca. Per sostenere il cementificio il Sindaco di Tarquinia ha affermato che può inquinarci ma l'inquinamento deve essere a norma di legge, trascurando la somma di inquinanti provenienti da più fonti. Il Consiglio Comunale di Tarquinia nel luglio 2008 s'era fatto carico di questa preoccupazione, deliberando (con delibera rimasta lettera morta) che la zona industriale fosse assoggettata a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) per considerare tutte le fonti d'inquinamento e gli effetti cumulati per gli abitanti. Da oltre 24 mesi il Sindaco di Tarquinia cura la richiesta della società “Iniziative Industriali srl” che vuole costruire il cementificio a Pian de' Cipressi.

L'impianto è previsto a confine con un altro sito inquinante: il deposito di carbone, del quale si sta tentando l'ampliamento innalzando da 40.000 a 100.000 tonnellate la quantità di pet-coke stoccato a cielo aperto. I cittadini hanno appurato che la società proponente del cementificio ha un capitale sociale di 10.000 euro, roba solida per intenderci, e l'amministratore unico possiede la quota di 1(uno) Euro. Gli altri 9.999 sono della società fiduciaria Cordusio SpA., che nasconde a norma di legge l'identità di chi ha l'interesse reale a costruire il cementificio. Strano comportamento per un'iniziativa imprenditoriale di tale portata! Su questo segreto, all' ultimo consiglio comunale il Sindaco di Tarquinia ha mandato un “pizzino” verbale all'opposizione, esortandola a spiegare chi c'è dietro il cementificio. Ha poi replicato l'avvertimento in un comunicato stampa. Dal “pizzino” ripetuto si capisce trattarsi di un personaggio innominabile noto all'opposizione. Ma come fa il sindaco a conoscere chi si nasconde dietro la società fiduciaria? Ha potuto guardare nella scatola blindata e sa? Quindi la Cordusio nasconderebbe l'innominabile solo ai cittadini, il sindaco ne conosce il nome ma non lo rende noto e tenta di giungere all'approvazione del cementificio forzando politicamente la complicità dell'opposizione, probabilmente legata da obblighi di partito nei confronti dell'innominabile. Altro aspetto che sta emergendo è che dalla zona industriale dovremo aspettarci solo malvagità perché sembra che buona parte dei 430 ettari su cui si estende, siano riconducibili ad un unico centro d'interessi. Al Comitato dei Cittadini Liberi non resta che invocare la Magistratura per conoscere e far conoscere alla città il vero volto di chi si cela dietro il progetto di un cementificio taroccato calorosamente sostenuto dal Sindaco Mazzola. Nello studio ambientale di progetto, il documento più delicato per la nostra salute, l'intero capitolo delle emissioni in atmosfera è falsato: falsata la collocazione del cementificio, falsati i dati dei venti dominanti da Est in tutte le stagioni, falsati i dati di ricaduta degli inquinanti rilasciati da micidiali filtri a manica.

Ed è tutto voluto, non c'è errore; probabilmente si voleva evitare la somma delle polveri ultrasottili emesse dal cementificio con quelle in arrivo dal carbone bruciato a TVN, sia verso Tarquinia che verso Allumiere. Ma a Pian de' Cipressi il vento dominante non può spirare da Est, i Monti della Tolfa lo impediscono. Un altro errore tocca la potenza dell'impianto: 4.500 o 6.500 KW? In un documento compare il primo valore, in un altro il secondo. Non c'è errore di battitura, si tratta della somma di valori diversi che generano totali diversi. Taroccato con spudoratezza e allora due sono le possibilità: o l'amministrazione è stata truffata e sarà lei a denunciare alla magistratura quanto è accaduto, oppure l'amministrazione è complice e i cittadini chiederanno giustizia.

Consiglieri Comunali non siate complici, nemmeno con il silenzio, qui non c'è disciplina di partito. Dovete rispondere solo alla vostra coscienza, dopo aver rimosso eventuali interessi personali se pesano sui vostri si. È auspicabile che il Consiglio prenda le distanze dal cementificio, anche per difendere l'unanime indirizzo dato nel 2008: niente impianti insalubri o inquinanti sul territorio di Tarquinia. A noi non resta altro che andare dal Magistrato.

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